Il nobile obiettivo dello Yoga

Oggigiorno lo Yoga non è solo una filosofia orientale: attualmente lo Yoga è molto diffuso in tutti i paesi del mondo, ma l’occidente non è ancora pronto per realizzare in pieno il fine ultimo dello Yoga.

L’obiettivo nobile di questa disciplina non è solo restituire un corpo elastico in salute o da esibire in tutta la sua bellezza (dopo la pratica delle asana), non è solo aumentare l’energia vitale e permettere alla stessa di fluire senza blocchi e ostacoli (attraverso la pratica del panayama), non è solo armonizzare il proprio vissuto emozionale (attraverso il pratyahara), non è solo tacitare la mente e trovare quiete nei suoi immensi silenzi (attarverso dharana e dhyana)…

Non è tutto questo, anche se il suo nobile obiettivo si realizza attraverso tutto questo…
L’obiettivo nobile dello Yoga è molto, molto di più.
Non si limita a portare equilibrio ai vari aspetti del’essere umano.

Lo Yoga è un percorso di liberazione (Moksha) a cui si giunge con il traguardo del Samadhi.

La pratica dello Yoga altro non è che un viaggio interiore: attraverso i vari strati dell’essere umano, ci immergiamo e rientriamo in noi stessi per risalire alla nostra Sorgente: ove la Materia (Prakriti) e la Coscienza (Purusha) sono separate e distintamente riconoscibili.

Solo un essere consapevole della sua vera natura, solo colui che ha compreso quale sia la sua vera essenza, solo una coscienza in grado di osservarsi e riconoscersi ha la possibilità di liberarsi dal ciclo delle rinascite (Samsarauna volta consumato tutto il suo karma negativo (Samskara).

Liberarsi dal ciclo delle rinascite significa essere liberi dalla ruota della malattia, sofferenza e morte a cui la vita ci sottopone.

Ma la vita è necessaria per permettere alla nostra coscienza di evolvere e prendere consapevolezza della nostra vera natura.

Ecco perché siamo chiamati a rinascere dopo la morte portando con noi il nostro bagaglio karmico, il nostro bagaglio di azioni sbagliate (a-dharmiche) da scontare nella vita attuale.

Facciamo parte di un disegno più grande, che non è possibile vedere da questo punto di vista; un ologramma che componiamo e modifichiamo attraverso il nostro comportamento, attraverso il nostro vivere.

…Non è l’Uomo a tessere la tela, di cui costituisce soltanto una piccola parte di un singolo filo…

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